Quando ho iniziato a prendermi cura personalmente degli ulivi molti, moltissimi, quasi tutti, mi hanno dato del folle. E io, non potendo fare altro che dar loro ragione, ho proseguito imperterrito. Come quando mi dicevano che la musica poteva essere solo un hobby e, a 25 anni, debuttai alla Scala.

Fatto sta che quando abbiamo iniziato questo percorso, tutto immaginavamo tranne che di vincere le prestigiose "Cinque gocce" della Guida Bibenda 2021.

Dopo aver avuto la fortuna di conoscere i cinque continenti grazie alla Musica, sento di poter dire a gran voce che la parte più bella del viaggio è il ritorno. 

Da tempo studio, ricerco e sperimento qualunque cosa mi possa portare a produrre un olio di qualità assoluta. È “un gioco” basato sulle modalità di coltivazione oltre che sui tempi (rapidissimi) di raccolta e frangitura della materia prima. Ci interessa la qualità dei singoli frutti più che la quantità, per questo ci siamo affidati ad un frantoio che da cinque generazioni si occupa di fare ricerca in campo oleologico. 

Ogni singola bottiglia racconta una storia, di mani, di occhi, di sole, di acqua (poca), di terra e di tanta pazienza.  

Un po’ come nelle opere con cui vado in scena in tutti i teatri del mondo: non importa quanto tempo il tenore resti sul palco, il pubblico ricorda l’aria capace di far vibrare le corde del cuore, di far scendere una lacrima o far sbocciare un sorriso. 

Il nostro olio non finirà mai sugli scaffali di un supermercato perché produciamo solo quantitativi minimi destinati ad un pubblico esigente che si concede la bellezza del gusto. Esattamente come chi sceglie di accomodarsi sulle poltrone vestite di velluto rosso scarlatto in teatro.